Artwork compare Giorgio Grano
Ammettiamolo, noi calabresi abbiamo una propensione atavica al lamento, ci piace lamentarci, ci alleggerisce, ci fa vedere il mondo dalla prospettiva peggiore e di conseguenza abbassiamo le aspettative. È intriso nella nostra cultura il lamento.
Ma nella nostra storia, c’è chi del lamento invece ne fece un lavoro. Le donne di Bagnara (RC) venivano ingaggiate durante i funerali per lamentarsi e tessere le lodi del defunto (solitamente benestante e poco amato dal resto della popolazione), come le antiche Prefiche. Nei paesi vicini esiste tuttora il detto: “Chi mi ti cianggianu ddu bagnaroti”* per augurare il male al prossimo.
Ci sarebbe molto da raccontare sulle Bagnarote, donne forti e caparbie, che nelle difficoltà post terremoto trovarono la loro salvezza nella loro grande propensione al lavoro. Nei racconti che vengono tramandati, vengono descritte come un mix tra delle Amazzoni e dei Pirati, immaginate se Wonder woman avesse una figlia con jack Sparrow. Sostituirono nei lavori “pesanti” gli uomini e non disdegnavano il contrabbando, sicuramente non delle dolci donnine dell’aristocrazia inglese. C’è anche una componente esoterica riguardo alle bagnarote, difatti erano famose per la produzione di una “pozione magica” utile contro il malocchio, ma questa è un altra storia…
Stampato in Calabria su Carta Fedrigoni Symbol Freelife Matt 300 gr | certificata
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